Sovranità alimentare ed export

Sovranità alimentare ed export

Negli ultimi tempi, il concetto di sovranità alimentare è diventato sempre più centrale nel dibattito pubblico, ma non tutti conoscono il suo significato preciso. La sovranità alimentare implica la capacità e il diritto di ogni popolo di definire strategie e attività mirate alla produzione di alimenti sicuri, sani ed eco-sostenibili, in linea con le proprie tradizioni culturali.

Contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, la sovranità alimentare non riguarda politiche protezionistiche volte a favorire la produzione di alimenti nazionali per il consumo interno. Infatti, gran parte delle filiere alimentari italiane prospera grazie all’export.

In questo articolo, esploreremo i requisiti che un’organizzazione deve soddisfare per primeggiare nei mercati internazionali, partendo dalle norme obbligatorie per poi approfondire quelle volontarie per la certificazione alimentare. L’obiettivo è quello di fornire informazioni utili per chi desidera lavorare nel settore alimentare e per chi vuole fare scelte consapevoli nella propria alimentazione.

Sicurezza alimentare e obblighi per le aziende

Tutte le organizzazioni che si occupano di produzione, trasformazione, trasporto, commercializzazione e somministrazione di alimenti sono tenute a rispettare rigorosi requisiti in materia di sicurezza alimentare. In questa sezione, vedremo quali sono i principali requisiti da osservare per garantire la salubrità degli alimenti.

Innanzitutto, ogni azienda che opera nel settore alimentare o che utilizza materiali a contatto con gli alimenti deve essere registrata presso le autorità competenti, in ottemperanza alle specifiche normative vigenti.

Un’altra importante misura di sicurezza alimentare è il cosiddetto “pacchetto igiene”, che definisce le basi della sicurezza alimentare, tra cui il sistema di allerta EFSA e le norme sulla tracciabilità alimentare. Inoltre, i regolamenti comunitari quadro stabiliscono i limiti di contaminazione microbiologica e chimica degli alimenti.

È inoltre fondamentale garantire la sicurezza degli alimenti di origine animale, in ottemperanza ai requisiti previsti dal Reg. CE 853/2004. Anche i materiali a contatto con gli alimenti devono rispettare determinati requisiti, come stabilito dal Reg. CE 1935/2004.

Non meno importante è la formazione degli operatori del settore alimentare, che deve essere adeguata alle normative vigenti e garantire la massima attenzione alla sicurezza alimentare.

Infine, il Reg. CE 1169/2011 stabilisce le informazioni che devono essere fornite ai consumatori sugli alimenti, al fine di garantire la massima trasparenza e la tutela della salute pubblica.

Questi sono solo alcuni esempi dei requisiti che ogni Operatore del Settore Alimentare (OSA) deve rispettare per garantire la produzione di alimenti salubri e sicuri per i consumatori.

Sovranità alimentare e certificazione alimentare

Le certificazioni alimentari sono uno strumento essenziale per gli imprenditori e le loro aziende, in quanto attestano il rispetto di rigorosi requisiti che vanno al di là delle normative di base.

Esistono tre principali tipologie di certificazione alimentare:

  • Sistemi di gestione: standard elaborati dalla International Organization for Standardization (ISO) e che comprendono, in ambito alimentare, la certificazione ISO 9001 per la gestione della qualità, la ISO 22000 per la sicurezza alimentare e la ISO 22005 per la tracciabilità di filiera;
  • Standard di certificazione privata: standard sviluppati da grandi distributori o produttori per armonizzare i requisiti a livello globale e che includono BRCGS, IFS, FSSC 22000 e Global Gap;
  • Certificazione di prodotto alimentare: regolamenti, norme e standard che definiscono specifiche precise per un alimento, come la certificazione biologica o il marchio gluten-free.

Grazie all’adozione di requisiti rigorosi, soprattutto degli standard privati riconosciuti a livello internazionale dal Global Food Safety Initiative (GFSI), le aziende possono non solo raggiungere l’efficienza operativa, ma anche tutelare il marchio Made in Italy e la salute dei consumatori.

Le certificazioni alimentari sono quindi uno strumento fondamentale per le aziende del settore alimentare che desiderano garantire la qualità, la sicurezza e la sostenibilità dei loro prodotti, nonché la loro competitività sui mercati internazionali.

Standard di certificazione alimentare per tutelare il made in Italy

Adottare degli standard di certificazione alimentare è diventata un requisito imprescindibile per i grandi attori commerciali globali e le catene della grande distribuzione organizzata. Vediamo insieme i punti in comune e le differenze sostanziali tra i principali standard di certificazione:

  • BRCGS, IFS, Global Gap e FSSC 22000 sono tutti riconosciuti dal Global Food Safety Initiative (GFSI);
  • Adottano i principi del miglioramento continuo secondo il ciclo PDCA;
  • Richiedono la definizione dei prerequisiti per la sicurezza alimentare e dei principi del Codex Alimentarius;
  • Richiedono la valutazione dei rischi secondo il sistema HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points), e in alcuni casi HARPC (Hazard Analysis and Risk-Based Preventive Controls), ed HARA (Hazard Assessment Risk Analysis);
  • I pericoli che devono essere valutati includono quelli biologici, chimici, fisici, allergenici e radioattivi;
  • Richiedono l’implementazione di attività di valutazione e mitigazione della frode alimentare;
  • Richiedono l’adozione di attività di valutazione e gestione della difesa alimentare contro contaminazioni volontarie;
  • Richiedono una maniacale precisione procedurale, competenze e cultura per la sicurezza alimentare da parte di tutti gli operatori.

Queste certificazioni sono obbligatorie per i produttori e i trasformatori alimentari, i produttori di materiali a contatto con gli alimenti e le realtà di logistica, agenzia e marketing con specifici requisiti. Vengono rilasciate da un organismo terzo, a seguito di un audit di verifica periodico.

Tra tutti gli standard di certificazione, quello più richiesto è il BRCGS, nato per definire processi omogenei di qualifica dei fornitori per la grande distribuzione anglosassone.